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Mi è stato chiesto di raccontarmi!

Cittadina cassanese dalla nascita, nel 1983, abilitata alla professione di Architetto, ho da sempre lavorato nella Pubblica Amministrazione, prima presso l’Ufficio Tecnico di un comune e, da poco più di un anno, presso il Parco Regionale Adda Nord, per il quale mi occupo di urbanistica e di paesaggio.

Se è di me che devo parlare, allora credo di dover parlare della città di Cassano, che ogni giorno vivo, che con la sua bellezza mi incanta, e che in tutto e per tutto mi rappresenta.

Se è di me che devo parlare, allo credo di dover parlare della mia idea di città. Un’idea di città in cui la città sia un bosco ed il bosco diventi la città.

Un’idea di città in cui il verde esistente possa proliferare ed espandersi e le costruzioni edilizie simbolo del passato possano rinnovarsi nell’uso e nell’aspetto.

Come? Ritornando ad apprezzare e progettare il bello, pensando ai temi del recupero dell’esistente, della conservazione della memoria di sé, della salvaguardia del creato, della tutela del paesaggio e di una politica di rigenerazione urbana, come vero e proprio elemento di progresso e di welfare, capace di fare la differenza nella qualità del vivere e dell’abitare, in una parola: della bellezza!

Con una buona gestione delle opere pubbliche, in particolare di quelle opere finalizzate a fruire della natura nel rispetto di essa, strumento fondamentale e complementare a quelli paesaggistici, al fine del conseguimento del bello collettivo e individuale.

Penso che l’attuale Amministrazione, nella figura del Sindaco Roberto Maviglia, abbia prestato attenzione a questi temi e alle esigenze dei cassanesi, anche assumendosi la responsabilità di scelte forti, che hanno preso atto del radicale recente cambiamento della logica di sviluppo territoriale, oggi incentrata sui criteri di sostenibilità ed ecocompatibilità.

Per questo motivo, e avendo avuto modo di collaborare con lui sia nella mia esperienza di consulta urbanistica, sia in qualità di tecnico del Parco Adda Nord, ripongo in Roberto la mia fiducia, e chiedo a voi di riporre in me la vostra.

Vi chiedo, idealmente, di prenderci per mano e di ripercorrere insieme, in modo saggio, i sentieri tracciati dai nostri avi, alla ricerca delle bellezze non ancora perdute.

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